Motivare i dipendenti, non perderli, attraverso il passaparola convincerne di nuovi. Tre ragioni per cui sempre più aziende introducono il tema delle feste, consapevoli che la leva economica da sola non è più sufficiente: i lavoratori sono un valore, ma ai lavoratori bisogna anche dare un valore, essere per loro un valore.
Ce lo insegnano ogni giorno gli adolescenti: a loro non interessa chi sei tu, ma gli interessi tu, perché sono in cerca di modelli, di un’identità. Lo stesso vale per il lavoratore: non ha tanto bisogno di qualcuno che lo paga (la paga potremmo definirla un prerequisito, neanche discutibile), bensì di un capo, di un leader,di qualcuno che lo faccia crescere, di una struttura che lo faccia sentire parte di un gruppo, importante. In questo contesto si inserisce il tema della festa, che è come il gioco: ti mette allo scoperto, fa intuire e vedere chi sei davvero tu.
Ecco perché per le aziende, come per la scuola, è importante «celebrare» la festa, costruire un evento, fosse anche la chiusura di un percorso, il raggiungimento di una meta. Proprio qui sta il punto: noi abbiamo costruito qualcosa per cui «celebrare»? Un motivo per fare festa deve esserci, il far festa solamente per far festa non regge. «Che cosa sto festeggiando?» è la domanda fondamentale, quella che deve porsi ogni imprenditore, genitore, insegnante, educatore. Altrimenti la festa non riesce e diventa un momento vuoto, dannoso o al limite inutile, tendenzialmente triste.
Paolo Maria Ferrari
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